lunedì 25 agosto 2008

La mancanza della lentezza.

La poesia del giorno che è andato.
o ... La mancanza della lentezza.
quale tra i due titoli preferite?

bene, leggete, ascoltate, poi ne riparliamo magari.
E dovrete fare tutto lentamente, per strappare alla routine altri due secondi: per darvi il lusso di pensare, per regalarvi l'istante infinito della serenità: rallentate, vene prego.

Il monito del tempo che passa celo regala Guccini adesso, oltre a Bruno Lauzi, del quale la tartaruga abbiam fatto mascotte...

Il tempo passa e non ritornerà.

Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai...
[...]
Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato, il sorriso degli specchi è già finito, nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri è rimasto solo a pianger divertito.
[...]
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada, il domani come tutto se ne andrà: ti guardi nelle mani e stringi il vuoto, se guardi nelle tasche troverai gli spiccioli che ieri non avevi, ma il tempo andato non ritornerà...


(F. Guccini, un altro giorno è andato. Da Live collection, dell'84 mi pare, inserito in "la via Emilia e il West).

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l'oggi dove è andato l'ieri se ne andrà.

Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai...

Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza...
Le porte dell'estate dall' inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te.
Ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?

Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili
corron dietro a delle Silvie beffeggianti.
Si è spenta la fontana, si è ossidata la campana:
perchè adesso ridi al gioco degli amanti?

Sei pronto per gettarti sulle strade,
l'inutile bagaglio hai dentro in te,
ma temi il sole e l' acqua prima o poi cadrà
e il tempo andato non ritornerà...

Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti,
ironizzano i tuoi dubbi sulla vita,
le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori,
ti rinfacciano una crisi non chiarita:
la sfera di cristallo si è offuscata
e l' aquilone tuo non vola più,
nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi...


Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,
il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.

Nel seme al vento afferri la fortuna,
al rosso saggio chiedi i tuoi perchè.
Vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più...

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà!
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà

sabato 23 agosto 2008

elogio degli amici fragili: e della curiosità.

Per chi non ha mai perso un istante della propria vita, gondendola col cuore, istante per istante e lentamente, magari proprio contro ai "amico fragile", perché

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a farle spalancarsi la bocca.

Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli di parlare ancora male e ad alta voce di me.

Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo con una scatola di legno che dicesse perderemo.

Ed è così' che decisi di chiamarmi "libero", come questo cane, contrario agli amici fragili, potrebbe dire qualcuno.

E mai che mi sia venuto in mente, di essere più ubriaco di voi di essere molto più ubriaco di voi.






Evaporato in una nuvola rossa in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore

troppo, "Se mi vuoi bene piangi " per essere corrisposti, valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta" meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"

"Signora lei è una donna piuttosto distratta."

E ancora ucciso dalla vostra cortesia nell'ora in cui il mio sogno,
ballerine di seconda fila, agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi e il suo cesareo fresco:
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo con una scatola di legno che dicesse perderemo.

Potevo chiedere come si chiama il vostro cane il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

domenica 20 luglio 2008

elogio dell'uomo: anarchia

Ci sono troppe storie dell'Italia che non si conoscono.
Quella della morte di Feltrinelli, sì, www.lafeltrinelli.it, Giangiacomo Feltrinelli: morto, si dice, mentre cercava di metter una bomba intorno un traliccio della luce; anche quella di Valpreda e Pinelli sembrano morti dimenticate.
E purtroppo invece quella del commissario Calabresi è un po' più conosciuta, ma forse non sono conosciuti i mandanti e i perchè di quest'altro omicidio.



e di Ustica ne abbiamo parlato.

Fermiamoci. rallentiamo. Lentamente. più lentamente... ancora di più. pensiamo.

Perché!

martedì 1 luglio 2008

elogio delle regine senza trono

Sarà che siamo entrambi calabresi, sarà che ogni tanto la vita ti fa fermare a pensare al mondo e alla vita stessa; egoisticamente o emozionandosi al canto degli usignoli; o forse è soltanto un momento che: passerà!

Ma un elogio alle regine senza trono va fatto. Quante Mimì in giro per il mondo.



Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti,
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti,
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so.
Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi,
e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi,
e non vedi più niente, e più niente ti vede e più niente ti tocca.

Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte,
e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte,
che nemmeno mi fanno più male e nemmeno mi bruciano più.
Dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte,
dentro la mia collezione di amori con le gambe corte,
ed ognuno c'ha un numero e sopra ognuno una croce,
ma va bene lo stesso, va bene così.

Chiamatemi Mimì.

Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri,
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia
e che guardano giù.
Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri,
per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà.

Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma,
ma hai voglia se va.
Come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va.

Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare,
come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male,
e nessuno ti vede, e nessuno ti vuole per quello che sei.

Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare;
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare";
il tuo amore è un segreto, il tuo cuore è un divieto,
personale al completo, e va bene così.

Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì.

Per i miei occhi neri e i capelli e, i miei neri pensieri,
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù.

Per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato, per i miei occhiali neri,
per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai: passerà.
Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va.

Come Mimì che cammina per mano alla figlia,
chissà dove va.





Sono stata anch'io bambina, di mio padre innamorata
per lui, sbaglio sempre, e sono la sua figlia sgangherata
ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita
e ho lottato, per cambiarlo ci vorrebbe un' altra vita

la pazienza delle donne incomincia a quell' età
quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
e ti perdi dentro un cinema a sognare d'andar via
con il primo che ti capita, e che ti dice una bugia.

Gli uomini non cambiano,
prima parlano d'amore
e poi ti lasciano.

Da sola: gli uomini ti cambiano, e tu piangi mille notti di perché!?
Invece, gli uomini ti uccidono, e con gli amici vanno a ridere di te.

Piansi anch'io la prima volta, stretta a un angolo e sconfitta
lui faceva e non capiva perché stavo ferma e zitta
ma ho scoperto con il tempo e diventando un po' più dura
che se l'uomo in gruppo è piu' cattivo, quando è solo ha più paura

Gli uomini non cambiano fanno i soldi per comprarti e poi ti vendono...
La notte: Gli uomini non tornano e ti danno tutto quello che non vuoi.

Ma perché gli uomini che nascono, sono figli delle donne
ma non sono come noi...

Amore: fli uomini che cambiano, sono quasi un ideale che non c'è.
sono quelli innamorati, come te.

giovedì 26 giugno 2008

USTICA

un aereo.
partito da un aeroporto. per arrivare ad un altro.
da bologna a palermo.
nessuna parola ha dignita della maiuscola.
solo questi nomi.

Cinzia Andres
Luigi Andres
Francesco Baiamonte
Paola Bonati
Alberto Bonfietti
Alberto Bosco
Maria Vincenza Calderone
Giuseppe Cammarota
Arnaldo Campanini
Antonio Candia
Antonella Cappellini
Giovanni Cerami
Maria Grazia Croce
Francesca D'Alfonso
Salvatore D'Alfonso
Sebastiano D'Alfonso
Michele Davì
Giuseppe Calogero De Ciccio
Secondo assistente di volo Rosa De Dominicis
Elvira De Lisi
Francesco Di Natale
Antonella Diodato
Giuseppe Diodato
Vincenzo Diodato
Giacomo Filippi
Copilota Enzo Fontana
Vito Fontana
Carmela Fullone
Rosario Fullone
Vito Gallo
Capitano Domenico Gatti
Guelfo Gherardi
Antonino Greco
Berta Gruber
Andrea Guarano
Vincenzo Guardi
Giacomo Guerino
Graziella Guerra
Rita Guzzo
Giuseppe Lachina
Gaetano La Rocca
Paolo Licata
Maria Rosaria Liotta
Francesca Lupo
Giovanna Lupo
Giuseppe Manitta
Claudio Marchese
Daniela Marfisi
Tiziana Marfisi
Erica Mazzel
Rita Mazzel
Maria Assunta Mignani
Annino Molteni
Primo assistente di volo Paolo Morici
Guglielmo Norritto
Lorenzo Ongari
Paola Papi
Alessandra Parisi
Carlo Parrinello
Francesca Parrinello
Anna Paola Pelliccioni
Antonella Pinocchio
Giovanni Pinocchio
Gaetano Prestileo
Andrea Reina
Giulia Reina
Costanzo Ronchini
Marianna Siracusa
Maria Elena Speciale
Giuliana Superchi
Antonio Torres
Giulia Maria Concetta Tripiciano
Pierpaolo Ugolini
Daniela Valentini
Giuseppe Valenza
Massimo Venturi
Marco Volanti
Maria Volpe
Alessandro Zanetti
Emanuele Zanetti
Nicola Zanetti

che non deve rimanere un elenco asciutto e asettico.
fa parte dell'elogio della lentezza.
vi do un aggancio.
carlo lucarelli e il suo blu notte dedicato alla strage.



ci sono altre cinque puntate. seguitele.

anche il magico paolini ne ha parlato in teatro, e su telepiù. cercate il dvd.

mercoledì 11 giugno 2008

Elogio dell'ideologia. E dei problemi della gente.

Quando guardi alcune trasmissioni televisive ti insorge un rigurgito totale.
Delle ideologie anche, a volte, succede.

Ed eccolo un appello al "BASTA" destra/sinistra... ma non per mancanza di ideologia, ma per concretezza.





(destra sinistra, Giorgio Gaber, il mitico signor G)
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

[...]
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l’ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
[...]
...è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c’è
se c'è chissà dov'è, se c'é chissà dov'é.
[...]
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
[...]
Basta!

E abbiamo richieste particolari?
forse il miglior riassunto è questo testo di Eros:



Ho visto gente invecchiare da sola
ho visto vendere davanti alla scuola
ho visto la vita una vita che inizia
buttata in un sacco come fosse immondizia
ho visto l'aria arroventata dal piombo
e terre assetate in troppe parti del mondo
non è da molto che io vivo che esisto
[...]
chiedo solo che
che si faccia poi insieme
qualcosa perché
finiscano presto
le cose che ho visto
[...]
spero solo che
sopra di me
la gente che comanda
sappia quel che fa e se lo sa
almeno ci risponda

spero solo che che la gioventù futura
non veda mai più nemmeno in tv
le cose che ho visto
e mi domando cosa si deve fare
di certo lottare e non solo parlare
per fare finire far cessare l'orrore
mi chiedo se può bastare solo l'amore

Una prima risposta?
Affidiamoci a Bob Dylan, in una versione stupenda di Bruce Springsteen




How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.


Quante strade deve percorrere un uomo
prima che tu possa definirlo un uomo?
E su quanti mari deve volare una colomba
prima di riposare sulla terraferma?
E quante volte devono fischiare le palle di cannone
prima di essere proibite per sempre?
La risposta, amico mio, ascoltala nel vento,
la risposta ascoltala nel vento

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.


Per quanti anni può resistere una montagna
prima di essere erosa dal mare?
E quanti anni possono resistere gli uomini
prima che sia consentito loro di essere liberi?
E per quante volte un uomo può distogliere lo sguardo
e fingere di non vedere?
La risposta, amico mio, ascoltala nel vento,
la risposta ascoltala nel vento

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

Quante volte un uomo deve guardare in alto
prima che possa vedere il cielo?
E quante orecchie deve avere un uomo
prima di poter sentire gli altri che piangono?
E quante morti ci vorranno prima che (l'uomo) riconosca
che troppi sono morti?
La risposta, amico mio, ascoltala nel vento,
la risposta ascoltala nel vento
(per ogni approfondimento rimandiamo a http://www.musicaememoria.com/bob_dylan_blowin_in_the_wind.htm)



Ed esisterà una soluzione?
sì, forse:

(Tullio De Piscopo, Toni Esposito e Pino Daniele, insieme per Je so Pazz')
Chi era Masaniello, molti si chiederanno, spero.
Ecco la risposta: Tommasino Aniello.





e una risposta?




Non si scherza, non è un gioco
sta arrivando Mangiafuoco
lui comanda e muove i fili
fa ballare i burattini


State attenti tutti quanti
non fa tanti complimenti
chi non balla, o balla male
lui lo manda all'ospedale

Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai
se si accorge che il ballo non lo fai
allora sono guai - e te ne accorgerai
attento a quel che fai - attento ragazzo
che chiama i suoi gendarmi
e ti dichiara pazzo!...

C'è un gran ballo, questa sera
ed ognuno ha la bandiera
marionette, commedianti
balleranno tutti quanti

Tutti i capi di partito
e su in alto Mangiafuoco,
Mangiafuoco fa le scelte
muove i fili e si diverte
[...]


E continuando ad ascoltare Bennato, cosa fanno oggi gli intellettuali?
(a proposito, date uno sguardo ai testi del sociologo Frank Furedi: che fine hanno fatto gli intellettuali? (...e su anobii))



(Dotti, medici e sapienti, Edoardo Bennato)

E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto,
parleranno tutti quanti,
dotti medici e sapienti.
[...]
Questo giovane malato
so io come va curato
ha già troppo contaggiato
deve essere isolato!

Son sicuro ed ho le prove
questo è un caso molto grave
trattamento radicale
prima che finisca male!

Mi dispiace dissentire
per me il caso è elementare
il ragazzo è un immaturo
non ha fatto il militare!

martedì 3 giugno 2008

Elogio della Luna


(Spunta la luna dal Monte, Pierangelo Bertoli)

Ovviamente...


giovedì 22 maggio 2008

Elogio dell'amore

Uno dei testi d'amore più interessante.
E l'amore non ha età; non ha età.




(Domenico Modugno, Il maestro di Violino, interpretato da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada)

mercoledì 14 maggio 2008

Elogio dell'uomo, nuovo.

Anche questa è di Giorgio Gaber; ma la versione che ascolteremo è cantata da Adriano Celentano.

ognuno ci legga quello che vuole. questo è il conformista: altro ritratto dell'uomo attuale.

(Il conformista, giorgio gaber, 1996, cantata da Adriano Celentano)



Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo
che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po’ di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.

Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale: sono progressista
al tempo stesso liberista, antirazzista
e sono molto buono sono animalista.
Non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente: son federalista.

Il conformista è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta. Il conformista
ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse...
da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.

Il conformista è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza.
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno... esplode la sua festa: che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario: sono femminista.
Son disponibile e ottimista: europeista
non alzo mai la voce sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato cattocomunista.

Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato
vive e questo già gli basta

e devo dire che oramai somiglia molto a tutti noi: il conformista

il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista
sono il nuovo conformista.

martedì 13 maggio 2008

elogio del cambiamento: e delle ideologie

Le ideologie sono importanti.
Andate perse certo; ma vi sembra che si stia meglio senza le ideologie? quei punti fermi; quei punti stabili all'orizzonte che osservavi e verso il quale congiungevi il punto della tua vita. E si sa: per un punto passano infinite rette, ma bastano due punti perché vene passi una sola.
Già, una, stabile; una sola.

e così, per l'occasione, assaporiamo la voce, il timbro e le tonalità di Giorgio Gaber. Un grande; il primo a far musica-teatro. E ora per fortuna sembra trovare un erede in Cristicchi, chissà se sarà vero.

Ma in questo "Qualcuno era comunista" si scopre un buon trattato sociologico, scritto nel 1991, da notare l'anno... tangentopoli sarà successivo, ma il PDS era appena nato; E se volessimo narrarla oggi ad alta voce, non vi sembra possa calcare bene la situazione politica attuale?

Gaber però prima di lasciarci ha voluto regalarci un'altra prova della sua genialità con "ne destra ne sinistra"... la ascolteremo dopo.
Ora: qualcuno era comunista.
E Berlinguer era una brava persona. Anche Gramsci aveva delle grandi Idee. Cercasi politici simili.

(Qualcuno era comunista, Giorgio Gaber, 1991)

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no?
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…
Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.
Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

domenica 11 maggio 2008

sabato 10 maggio 2008

elogio del sole e delle persone.


(francesco de gregori, raggio di sole, 1978)

Benvenuto raggio di sole, a questa terra di terra e sassi
a questi laghi bianchi come la neve, sotto i tuoi passi stanchi
a questo amore a questa distrazione, a questo carnevale
dove nessuno ti vuole bene, dove nessuno ti vuole male.
A questa musica che non ha orecchi, a questi libri senza parole
benvenuto raggio di sole, avrai matite per giocare
e un bicchiere per bere forte, e un bicchiere per bere piano
un sorriso per difenderti e un passaporto per andare via lontano
Benvenuto a questa finestra, a questo cielo sereno
a tutti i clackson della mattina, a questo mondo gi troppo pieno
a questa strana ferrovia, unica al mondo per dove può andare
ti porta dove porta il vento, ti porta dove scegli di ritornare
A questa luna tranquilla, che si siede dolcemente
in mezzo al mare c'è qualche nuvola ma non fa niente
perché lontano passa una nave, tutte le luci sono accese
benvenuto figlio di nessuno, benvenuto in questo paese.

venerdì 9 maggio 2008

la casa in via dei matti numero zero



Era una casa molto carina
Senza soffitto senza cucina
Non si poteva entrarcdi dentro
Perché non c'era il pavimento
Non si poteva andare a letto
Perché in quella casa non c'era il tetto
Non si poteva fare la pipì
Perché non c'era vasino lì

Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero
Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero

Era una casa molto carina
Senza soffitto senza cucina
Non si poteva entrarcdi dentro
Perché non c'era il pavimento
Non si poteva andare a letto
Perché in quella casa non c'era il tetto
Non si poteva fare la pipì
Perché non c'era vasino lì

Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero
Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero

Era una casa molto carina
Senza soffitto senza cucina
Non si poteva entrarcdi dentro
Perché non c'era il pavimento
Non si poteva andare a letto
Perché in quella casa non c'era il tetto
Non si poteva fare la pipì
Perché non c'era vasino lì

Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero
Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero

giovedì 8 maggio 2008

Siamo tutti matti

Siamo tutti matti.
E' partire con il testo scritto da Renato Zero per Ciao Darwin.


Ma perché mi sembra giusto parlare dei matti: una delle categorie di strada e di vita forse un po' troppo bistrattate.

Vediamo un po' però nello specifico cosa ne pensa "la musica"

Per Zero siamo tutti matti.

Per De Gregori, I matti vanno contenti, tra il campo e la ferrovia.

Per Guccini: Mi dicevano il matto perchè prendevo la vita da giullare, da pazzo, con un' allegria infinita.

e per Fabrizio De Andrè: Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole.

E la grande consolazione per i matti par essere questa: Le mie ossa regalano ancora alla vita: le regalano ancora erba fiorita.



(Matti, Renato Zero)
Matti ! / Siamo tutti, matti!
Urliamo, c’insultiamo, / Da nevrosi, siamo afflitti!
Spariamo dei sorrisi, / Degli alibi perfetti,
Colletti inamidati, / Dai trascorsi assai sospetti!
[...]
Siamo tutti matti… Matti! / Sciocchi o intraprendenti,
Vere oppure appariscenti, / Decidiamo che destino avremo mai…
Se l’occhio andrà d’accordo col cervello, / Se il cuore ci dirà la verità!
Teneri, incompresi,
[...]
Senza via d’uscita… / Ogni sistema è buono,
Per fregare questa vita! / Barche senza remi,
Asciutti temporali, / Frammenti d’infinito,
In balia dei cellulari! / Siamo tutti matti,
Matti proprio tutti, / Buoni solamente,
A strofinarsi dentro i letti, / Vuoti di memoria,
Vittime in carriera, / Grazie ad una mela,
Siamo entrati nella storia! / Siamo tutti matti… Matti… Matti






(i matti, Francesco De Gregori, 1987)

I matti vanno contenti, tra il campo e la ferrovia.
A caccia di grilli e serpenti, a caccia di grilli e serpenti.
I matti vanno contenti a guinzaglio della pazzia,
a caccia di grilli e serpenti, tra il campo e la ferrovia.
[...]
Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore,
piene di spazzatura e di silenzio, piene di freddo e rumore.
[...]




(un matto, Fabrizio De Andrè, 1971, da una traduzione di Spoon River)


Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz'ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.

E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l'ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c'è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.

Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".


(Francesco Guccini, il matto)

Mi dicevano il matto perchè prendevo la vita
da giullare, da pazzo, con un' allegria infinita.
D' altra parte è assai meglio, dentro questa tragedia,
ridersi addosso, non piangere e voltarla in commedia.

Quando mi hanno chiamato per la guerra, dicevo:
"Beh, è naja, soldato!" e ridevo, ridevo.
Mi han marchiato e tosato, mi hanno dato un fucile,
rancio immondo, ma io allegro, ridevo da morire.

Facevo scherzi, mattane, naturalmente ai fanti,
agli osti e alle puttane, ma non risparmiavo i santi.
E un giorno me l' han giocata, mi han ricambiato il favore
e dal fucile mi han tolto l'intero caricatore.

Mi son trovato il nemico di fronte e abbiamo sparato,
chiaramente io a vuoto, lui invece mi ha centrato.
Perchè quegli occhi stupiti, perchè mentre cadevo
per terra, la morte addosso, io ridevo, ridevo?

Ora qui non sto male, ora qui mi consolo,
ma non mi sembra normale ridere sempre da solo, ridere sempre da solo!

__________

Da questi testi sembra che il matto non sia un deleritto, un rinnegabile signore, ma un poeta della vita, che sa ridere, ridere, anche se sempre da solo. Perchè I matti vanno contenti a guinzaglio della pazzia, a caccia di grilli e serpenti, tra il campo e la ferrovia. Quando mi hanno chiamato per la guerra, dicevo: "Beh, è naja, soldato!" e ridevo, ridevo. Qui nella penombra ora invento parole ma rimpiango una luce, la luce del sole.

Già perché poi, ad esser matti, sembra che ci si perda, per la società, ma per se stessi, par proprio che i matti, siano gli unici a saper godere della vita, nel senso pieno e vero: lentamente e ridendo, ridendo.

lunedì 5 maggio 2008

Tognazzi e Vianello... e la creatività

Vianello e Ugo Tognazzi insieme, hanno fatto una parte della storia del nostro cinema.

Questa è una scena assolutamente da non perdere: dimostrazione della creatività, mista al cazzeggio e al nonsense, ma di elevatissima qualità...

L'idea, la genialità e lo sfottò, tutte in un piccolo brano della storia della televisione italiana.


(Vianello, Tognazzi)

Quanti stupidi delitti.

Quanti stupidi delitti...
come narrarli?

Misero tutto sotto sopra

senza trovare un soldo
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziari.




(delitto di Paese, Fabrizio De Andrè, 1968)

Non tutti nella capitale
sbocciano i fiori del male,
qualche assassinio senza pretese
lo abbiamo anche noi in paese.

Qualche assassinio senza pretese
lo abbiamo anche noi qui in paese.

Aveva il capo tutto bianco
ma il cuore non ancor stanco
gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta.

Gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta.

Ma la sua voglia troppo viva
subito gli esauriva,
in quattro baci e una carezza
l'ultima giovinezza.

In quattro baci e una carezza
l'ultima giovinezza.

Quando la mano lei gli tese
triste lui le rispose,
d'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta.

D'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta.

E andò a cercare il suo compagno
partecipe del guadagno
e ritornò col protettore
dal vecchio truffatore.

E ritornò col protettore
dal vecchio truffatore.

Mentre lui fermo lo teneva
sei volte lo accoltellava
dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò.

Dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò.
Misero tutto sotto sopra
senza trovare un soldo
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziari.

Ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziari.

Allora presi dallo sconforto
e dal rimpianto del morto,
si inginocchiaron sul poveruomo
chiedendogli perdono.

Si inginocchiaron sul poveruomo
chiedendogli perdono.

Quando i gendarmi sono entrati
piangenti li han trovati
fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso.

Fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso.

E quando furono impiccati
volarono fra i beati
qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto.

Qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto.

Non tutti nella capitale
sbocciano i fiori del male,
qualche assassinio senza pretese
lo abbiamo anche noi in paese.

Qualche assassinio senza pretese
lo abbiamo anche noi qui in paese.

sabato 3 maggio 2008

stupida storia d'amore: voglio viverla ancora.

In fondo, a ben rifletterci, l'amore è una stupida e lurida storia, tra te e me.


lo, stanco di scrivere, un calvo signore starò con
un figlio da crescere bene
una stupida e lurida donna borghese
che ora non sei!





(Antonello Venditti, Una Stupida E Lurida Storia D'Amore, 1976)

Io voglio vivere ancora una stupida storia d'amore con te
il tempo di avere qualcosa da dare a chi crede in me
arte ed amore, lo sai, credo non stiano più insieme
ma ogni volta che tu lo vorrai
scrivérò nella sera una stupida storia d'amore per te.


In un mondo che cade ogni giorno e ogni giorno rinasce su sé
e la povera gente rimane da sola a combattere in te
tra la pace e la guerra, guerriglia dì fango avrai per te
una stupida e lurida storia d'amore, d'amore per te.


Vivo e lavoro e stringo la mano di chi sta con me
la musica è strana promette regali che forse non ha.

lo, stanco di scrivere, un calvo signore sarò
tu, con un figlio da crescere bene
una stupida e lurida donna borghese che ora non sei!


In un mondo che cade ogni giorno e ogni giorno rinasce su sé
e la povera gente rimane da sola a combattere in te
tra la pace e la guerra, guerriglia di fango avrai per te
questa stupida e lurida storia d'amore, d'amore con me!

venerdì 2 maggio 2008

devo fare del cinema

Come raccontare alcuni periodi storici, scrivendo un trattato di sociologia o ascoltando, lentamente e dando molto peso a queste parole.




(devo fare del cinema, Francesco Guccini, Parnassius 1993)


Certo, ha ragione il signore se dice che siamo in un film dell' ultimo periodo,
dove i banditi pentiti confessano se non li processano.

[...]
Sa com'è? E' bello fare del cinema
anche se, lì da imputato,
c'è qualcuno che crede di esser nel cinema muto,
è bello fare del cinema,
ma piuttosto che sparare siam rimasti nascosti a guardare.


A guardare cos'è che ci aspetta alla fine del tunnel,
dei riflussi riflessi su certi pacchetti di Camel,
quando tutto è soltanto un riassunto di modi di dire,
quattro quarti di noia disposta comunque a finire;


[...]
Sì, devo dire che ha proprio ragione il signore, c'è una crisi tremenda che investe l' intero settore;
è che il pubblico vuole si parli più semplicemente, così chiari e precisi e banali da non dire niente. Per capire la storia non serve un discorso più grande:
signorina cultura si spogli e dia qui le mutande.
Sa com'è, lei, deve fare del cinema, mica roba pervertita,
ma un soggetto che serva alla vita.
[...]
Ma il gestore di un piccolo cine di periferia mi diceva che è tutta la vita che aspetta un' idea,
un' idea piccolina che verso il finale si evolve nella madre di tutte le storie, l' idea che risolve;

quel soggetto che senti nell' aria e potrebbe arrivare proprio quando hai già chiuso il locale e cambiato mestiere:

giovedì 1 maggio 2008

che roba, contessa. 1° maggio.


Il Quarto Stato (1901) di Giuseppe Pellizza da Volpedo, rappresenta un gruppo di lavoratori scioperanti ed è diventato simbolo delle lotte sindacali.
(Museo dell'Ottocento della Villa Reale di Milano)

Il primo maggio di ogni anno si vuol ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
E' la festa del Primo Maggio, del lavoro, dei lavoratori e dei disoccupati.

Un momento per non dimenticare, e riflettere.

Contessa, è un gran bel testo, anche se troppo spesso è stata la sinistra ad appropriarsi di questi temi in modo cogente, ed ecco perché questo testo ne risente particolarmente forse.



(Autore: C. Puebla Anno 1965, interpretata dai Modena City Ramblers)

Che roba contessa, all'industria di Aldo
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti;
volevano avere i salari aumentati,
gridavano, pensi, di esser sfruttati.
[...]

Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto
un caro parente, dell'occupazione
che quella gentaglia rinchiusa lì dentro
di libero amore facea professione…

Del resto, mia cara, di che si stupisce?
anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori:
non c'è più morale, contessa…
[...]

e va beh, parliamo anche della
Malarazza!?

Ricordati che ogni persona ha una sua dignità,
sogni, emozioni che la vita ci dà.
C'è chi ancora per il potere ha venduto l'Anima,
questo può distruggere ogni briciola di verità.





(La Malarazza, cantata da Carmen Consoli)

che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti...
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti...
Un servo tempu fa rinta 'na chiazza,
pregava Cristu in cruce e ci ricia:
"Cristu, lu me patrune mi strapazza,
mi tratta comu un cane pi la via,
si pigghia tuttu cu la so' manazza,
mancu la vita mia rici ch'è mia...
Distruggila, Gesù, sta Malarazza!
Distruggila, Gesù, fallo pi mmia! Sì..fallo pi mmia!"

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti...

Ricordati che ogni persona ha una sua dignità,
sogni, emozioni che la vita ci dà.
C'è chi ancora per il potere ha venduto l'Anima,
questo può distruggere ogni briciola di verità.
[...]
Presidente Marajà, oggi di servilità
ma che vedi tutto spero non nell'al di là!

Cristo me rispunne dalla croci:
"Forse si so spezzate li to vrazza?
Cu vole la giustizia si la fazza!
Nisciun'ormai 'cchiù la farà pi ttia!
Si tu si 'n'uomo e nun si testa pazza,
ascolta bene sta sintenzia mia,
ca iu 'nchiudatu in cruce nun saria
s'avissi fattu ciò ca ricu a ttia...
ca iu 'nchiudatu in cruce nun saria!"

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti...

"Se 'nna stu munnu c'è la Malarazza,
cu voli la giustizia si la fazza!

mercoledì 30 aprile 2008

Laureata precaria. in elogio al primo maggio

In elogio alle stragi di Chicago e a quelle nel mondo, per conquistare un substrato di felicità e certezza, in una vita, troppo liquida anche nel lavoro e priva della liquidità necessaria nel salario.

Un elogio, oggi, in attesa del giorno della memoria dei lavoratori uccisi, dei sindacalisti ammazzati e dei troppi colleghi che sul lavoro purtroppo anziché guadagnarci il pane, ci hanno perso la vita.

Una canzoncina allegra, in onore e elogio ai laureati precari.

Laureata precaria,
con lo zaino pieno di progetti un po campati in aria,
con la rabbia rivoluzionaria
di una studentessa universitaria.



(Laureata Precaria, Simone Cristicchi)

Laureta precaria,
con lo zaino pieno di progetti un po' campati in aria,
è il secondo tempo della storia
di una studentessa universitaria.

Tesi di laurea col pancione
110 e lode con i complimenti della commissione
[...]
non come adesso che consegni pizza a domicilio, nei quartieri...
che vita grama...
ritorni a casa infreddolita
e il frigorifero è il deserto del Sahara.

[...]
Lo vedi!!!
Del tuo monolocale non sei propretaria.
Scendersti un mutuo se firmasse un genitore,
appendi il tuo diploma in scienze della disoccupazione.

[...]
Laureata precaria,
che rispecchi fedelmente questa deprimente Italia,
sogni una carriera straordinaria
ora prendi 400 euro al mese come segretaria.

[...]
Se per disperazione, urli,
qui nessuno sente,
è come fare la centralinsta in un call-centre...
part-time... meglio di niente
risolvere faccende della gente
che chiama e poi ti offende.

[...]
Mi hanno fatto un bel contratto proc a proc,
anche se cosa vuol dire non lo so,
so solo che io da domani un posto di lavoro avrò,
con uno misero stipendio a fine mese io arriverò.

Laureata precaria,
con lo zaino pieno di progetti un po campati in aria,
forse era una vita meno amara,
quando eri studentessa universitaria.

laureata precaria.

Lentamente: due minuti di spensieratezza per chi vive in agenzia

La lentezza è tipica della tartaruga e delle lumache.

Ma perché la tartaruga rallentò?

...andando piano lei trovò la felicità
un bosco di carote
un mare di gelato
che lei correndo troppo
non aveva mai notato

E dunque sia, la tartaruga la mascotte di questo blog :) che di tanto in tanto pubblicherà dei pezzi di puro divertisment per chi lavoro sodo, e vuol cinque minuti per rallentare e frenare.


(la tartaruga, Bruno Lauzi, 1975)
La bella tartaruga
che cosa mangerà
chi lo sa
chi lo sa

due foglie di lattuga e poi si riposerà
ah ah ahah ah ah
La tartaruga un tempo fu
un animale che correva a testa in giù
come un siluro filava via
che mi sembrava un treno sulla ferrovia

ma avvenne un incidenteun muro la fermò
si ruppe qualche dente
e allora rallentò

La tartaruga dall'ora in poi
lascia che a correre pensiamo solo noi

perché quel giorno poco più in là
andando piano lei trovò
la felicità
un bosco di carote
un mare di gelato
che lei correndo troppo
non aveva mai notato

e un biondo tartarugo corazzato
che ha sposato un mese fa!

La bella tartaruga nel mare va perché
ma perché
ma perché
fa il bagno e poi si asciuga dai tempi di Noè
eh eh eh
eh eh eh

La tartaruga lenta com'è
afferra al volo la fortuna quando c'è
dietro una foglia lungo la via
lei ha trovato là per là
la felicità
un prato d'insalata
un lago di frittata
spaghetti alla chitarra per passare la serata
un bosco di carote
un mare di gelato che lei correndo troppo
non aveva mai notato
e un biondo tartarugo corazzato
che ha sposato un mese fa!

martedì 29 aprile 2008

Compagni di scuola, compagni per niente.

Compagni di scuola, compagni per niente.

Un minuto, un ricordo, un pensiero.

Rallentiamo e pensiamoli.
Come saranno, cosa faranno e dove saranno.

Avranno vinto le loro battaglie? E tu, le tue?

(compagno di Scuola, Antonello Venditti, 1975)
Davanti alla scuola tanta gente otto e venti, prima campana
"e spegni quella sigaretta"e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale.

Le otto e mezza tutti in piedi il presidente, la croce e il professore
che ti legge sempre la stessa storia nello stesso modo sullo stesso libro, con le stesse parole
da quarant'anni di onesta professione.

Ma le domande non hanno mai avutouna risposta chiara.
[...]
Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene perché, ditemi, chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco, la più carina, la più cretina, cretino tu,
che rideva sempre proprio quando il tuo amore
aveva le stesse parole, gli stessi respiri del libro
che leggevi di nascosto sotto il banco.

Mezzogiorno, tutto scompare,"avanti! tutti al bar".
Dove Nietsche e Marx si davano la mano
e parlavano insieme dell'ultima festa
e del vestito nuovo, fatto apposta
e sempre di quella ragazza che filava tutti (meno che te)
e le assemblee e i cineforum i dibattiti mai concessi allora
e le fughe vigliacche davanti al cancello
e le botte nel cortile e nel corridoio,
primi vagiti di un '68 ancora lungo da venire e troppo breve, da dimenticare!

E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te...
"Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?"

Mamma Giustizia


Non s'abbisogna di parole aggiuntive. Basta ascoltare un miracolo che ci siam persi, a volte, e non tutti, dei Nomadi in questa versione stupenda cantata dalla indimenticabile voce di Augusto Daolio.







Con grandi occhi vede per te
con forte voce parla per te
con larghe braccia lei ti proteggerà
Mamma Giustizia sa quello che fa
[...]
spina del delinquente
rosa per l'innocente
[...]
chi ruba poco la pagherà
chi ruba molto sta in libertà
tu vai tranquillo non chiederti perché
Mamma Giustizia ci pensa da sé.
[...]
tu abbi fiducia perché
c'è Mamma Giustizia per te

lunedì 28 aprile 2008

Gli impermeabili

pioggia sulle insegne delle notti andate
…devo pensarci su… pensarci su…
ma dipenderà… dipenderà…
…quale storia tu vuoi che io racconti?…
…ah!… non so dir di no, no, no… no… no…
…e ricomincerà…
come da un rendez-vous…
parlando piano tra noi due…

Scendo giù
a prendermi un caffè…
…scusami un attimo…
passa una mano qui, così,
sopra i miei lividi…
…ma come piove bene sugl’impermeabili…

domenica 27 aprile 2008

Lentamente, pensando alla sicurezza sul lavoro

Domani 28 è La giornata mondiale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Quindi mi par giusto far un omaggio ai Lavoratori con un testo poco conosciuto di Rino Gaetano..




Hai finito il tuo lavoro
hai tolto trucioli dalla scocca
è il tuo lavoro di catena
che curva a poco a poco la tua schiena
[...]
Ma alla fine settimana
il riposo ci fa bene
noi andremo senza pensieri
dagli amici a Moncalieri
[...]
Hai lasciato la catena
un bicchiere di vino buono
ti ridà tutto il calore
trovi la tua donna e fai l'amore
sei già pronto per partire
spegni tutte le luci di casa
metti il tuo abito migliore e pulito
lasci al gatto la carne per tre giorni
e insieme a una Torino abbandonata
trovi la tua macchina bruciata
. . . la millecento,la millecento,la millecento .


e poi questo elogio alla riflessione sul mondo del lavoro:

Quella volta amò come se fosse l’ultima
[...]
Salì nella costruzione come fosse una macchina
[...]
Ed inciampò nel cielo come se fosse ubriaco
E fluttuò in aria come se fosse un passero
E finì a terra come un sacco flaccido
Agonizzò in mezzo al marciapiede pubblico
Morì in contromano disturbando il traffico
[...]
(Construção (Costruzione) Chico Buarque de Hollanda, il testo lo trovate qui)

e per chiudere questo piccolo elogio alla sicurezza sul mondo del lavoro la magistrale canzone di Fabrizio De Andrè a proposito degli eroi, in una versione cantata da Luigi Tenco

(La Ballata dell'eroe)

Summertime: lentamente.

Questo è il testo di Summertime
Tempo d'estate e la vita è facile
I pesci stanno saltando e il cotone è alto
Tuo papà è ricco e tua mamma è bella
Buona, piccola mia, non piangere

Una di queste mattine ti alzerai cantando
Spiegherai le tue piccole ali e raggiungerai il cielo
Ma fino a quel mattino non ci sarà niente che ti farà del male
Con mamma e papà accanto a te.

Il testo di Summertime è di George Gershwin, indimenticabile autore di oltre 700 brani. E della sola Summertime sene trovano in giro diversissime versioni, tutte interessanti, ma solo poche davvero imperdibili. Questa versione cantata da Janis Joplin (la migliore interprete di Summertime) insieme a Jimi Hendrix alla chitarra è una delle imperdibili, ma poco conosciute versioni di Summertime.



Questa invece è una delle versioni più conosciute, con Luis Armstrong e la magica voce di Ella Fitzgerald

venerdì 25 aprile 2008

Deborah

un nome fin troppo bistrattato. Deborah, come tutti i nomi con un H in mezzo o in finale, è stato un nome destrutturato, distrutto e maltrattato.

E allora, per farne un elogio voglio riproporvi questo testo strarodinario, in una versione cantata dalla magica voce di Mina.



deborah
mia deborah
ascoltami ti prego
ascoltami

da quando hai detto che
lui vuol bene a te
da quando hai detto che...

lunghe ali di fuoco han coperto la luna sopra di me
e sui prati di sabbia corro piangendo cercando lui
e lui ha gli occhi di ghiaccio
e lui ha gli occhi di luna
che non mi amano più.

Deborah mia deborah
ti prego, perdonami
perdonami io non riesco sai a stare senza lui
non è più vivere
lunghe ali di fuoco han coperto la luna
sopra di me

e su prati di sabbia corro piangendo cercando lui
e Lui ha gli occhi ghiaccio
e lui ha gli occhi di luna
che non mi amano più.

Fa che il cielo stasera torni sereno sopra di me.

...e per completare l'elogio alla lentezza, godetevi anche questa versione di Wilson Pickett

Chi vive difronte a noi?

A volte il palazzo costruito nei primi anni dell'ottocento dal quale tutte le mattine usciamo, oppure abbiamo proprio lì, difronte alla nostra finestra, ci passa inosservata.
Per non parlare del nostro vicino d'uscio.

E' al quanto strano a pensarci bene. E' al quanto probabile che succeda.

Per non parlare di chi ci abbita dirimpetto. Non solo lo ignoriamo, ma a volte non lo osserviamo, non lo salutiamo.
E invece anche dai loro momenti trascorsi, amati e vissuti c'è molto da imparare.

Questa di Guccini è una canzone a volte dimenticata. Ecco un buon elogio del vicino. Interessante il testo, un po' lenta la musica, ma completamente nelle corde del Professore.



da sottolineare, a proposito dell'elogio...
[...]
Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina aprire la persiana, tirare la tendina
[...]
mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia
[...]
Mi dice cento volte fra la rete dei giardini di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso, di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso.
Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
[...]
a come anche la storia sia passata fra quei muri...

Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
[...]
Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...

Fabrizio De Andrè e... Titti

Per colpa della velocità imposta alla nostra vita da... noi stessi e dalla scarsa capicità di dir NO e di organizzare la propria vita sulla felicità ci siam persi spesso delle grandi cose.

una di queste è sicuramente questo testo di Fabrizio De Andrè.

Un elogio all'amore

ma un richiamo... e un elogio dei problemi del triangolo.
Titti aveva due amori di segno contrario...
come due cappelli sulla stessa testa...
titti aveva due amori, uno buono e uno vero.

Chi sceglierà titti, quello buono o quello vero?!

momento di riflessione.
Prendendoci il tempo per farlo.

il testo lo trovate qui.