martedì 1 luglio 2008

elogio delle regine senza trono

Sarà che siamo entrambi calabresi, sarà che ogni tanto la vita ti fa fermare a pensare al mondo e alla vita stessa; egoisticamente o emozionandosi al canto degli usignoli; o forse è soltanto un momento che: passerà!

Ma un elogio alle regine senza trono va fatto. Quante Mimì in giro per il mondo.



Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti,
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti,
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so.
Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi,
e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi,
e non vedi più niente, e più niente ti vede e più niente ti tocca.

Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte,
e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte,
che nemmeno mi fanno più male e nemmeno mi bruciano più.
Dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte,
dentro la mia collezione di amori con le gambe corte,
ed ognuno c'ha un numero e sopra ognuno una croce,
ma va bene lo stesso, va bene così.

Chiamatemi Mimì.

Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri,
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia
e che guardano giù.
Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri,
per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà.

Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma,
ma hai voglia se va.
Come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va.

Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare,
come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male,
e nessuno ti vede, e nessuno ti vuole per quello che sei.

Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare;
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare";
il tuo amore è un segreto, il tuo cuore è un divieto,
personale al completo, e va bene così.

Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì.

Per i miei occhi neri e i capelli e, i miei neri pensieri,
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù.

Per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato, per i miei occhiali neri,
per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai: passerà.
Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va.

Come Mimì che cammina per mano alla figlia,
chissà dove va.





Sono stata anch'io bambina, di mio padre innamorata
per lui, sbaglio sempre, e sono la sua figlia sgangherata
ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita
e ho lottato, per cambiarlo ci vorrebbe un' altra vita

la pazienza delle donne incomincia a quell' età
quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
e ti perdi dentro un cinema a sognare d'andar via
con il primo che ti capita, e che ti dice una bugia.

Gli uomini non cambiano,
prima parlano d'amore
e poi ti lasciano.

Da sola: gli uomini ti cambiano, e tu piangi mille notti di perché!?
Invece, gli uomini ti uccidono, e con gli amici vanno a ridere di te.

Piansi anch'io la prima volta, stretta a un angolo e sconfitta
lui faceva e non capiva perché stavo ferma e zitta
ma ho scoperto con il tempo e diventando un po' più dura
che se l'uomo in gruppo è piu' cattivo, quando è solo ha più paura

Gli uomini non cambiano fanno i soldi per comprarti e poi ti vendono...
La notte: Gli uomini non tornano e ti danno tutto quello che non vuoi.

Ma perché gli uomini che nascono, sono figli delle donne
ma non sono come noi...

Amore: fli uomini che cambiano, sono quasi un ideale che non c'è.
sono quelli innamorati, come te.

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