A volte il palazzo costruito nei primi anni dell'ottocento dal quale tutte le mattine usciamo, oppure abbiamo proprio lì, difronte alla nostra finestra, ci passa inosservata.
Per non parlare del nostro vicino d'uscio.
E' al quanto strano a pensarci bene. E' al quanto probabile che succeda.
Per non parlare di chi ci abbita dirimpetto. Non solo lo ignoriamo, ma a volte non lo osserviamo, non lo salutiamo.
E invece anche dai loro momenti trascorsi, amati e vissuti c'è molto da imparare.
Questa di Guccini è una canzone a volte dimenticata. Ecco un buon elogio del vicino. Interessante il testo, un po' lenta la musica, ma completamente nelle corde del Professore.
da sottolineare, a proposito dell'elogio...
[...]
Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina aprire la persiana, tirare la tendina
[...]
mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia
[...]
Mi dice cento volte fra la rete dei giardini di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso, di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso.
Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
[...]
a come anche la storia sia passata fra quei muri...
Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
[...]
Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...
venerdì 25 aprile 2008
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1 commento:
Quant'acqua è passata sotto i ponti!
In Via P Fabbri 43 Guccini non ci abita più (mi capita di passarci).
Sono anch'io arrivato alla pensione e mi sono confrontato con il testo :-)
Che differenza! .. sono un pensionato che va in internet, partecipa ai Barcamp e fa progetti di comunicazione con i propri nipotini :-))
Bell'idea questo Blog! Se mi vedo in retrospettiva .. sono stato "un lento" e .. non mi lamento.
Nonno Luigi
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