lunedì 25 agosto 2008

La mancanza della lentezza.

La poesia del giorno che è andato.
o ... La mancanza della lentezza.
quale tra i due titoli preferite?

bene, leggete, ascoltate, poi ne riparliamo magari.
E dovrete fare tutto lentamente, per strappare alla routine altri due secondi: per darvi il lusso di pensare, per regalarvi l'istante infinito della serenità: rallentate, vene prego.

Il monito del tempo che passa celo regala Guccini adesso, oltre a Bruno Lauzi, del quale la tartaruga abbiam fatto mascotte...

Il tempo passa e non ritornerà.

Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai...
[...]
Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato, il sorriso degli specchi è già finito, nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri è rimasto solo a pianger divertito.
[...]
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada, il domani come tutto se ne andrà: ti guardi nelle mani e stringi il vuoto, se guardi nelle tasche troverai gli spiccioli che ieri non avevi, ma il tempo andato non ritornerà...


(F. Guccini, un altro giorno è andato. Da Live collection, dell'84 mi pare, inserito in "la via Emilia e il West).

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l'oggi dove è andato l'ieri se ne andrà.

Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai...

Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza...
Le porte dell'estate dall' inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te.
Ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?

Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili
corron dietro a delle Silvie beffeggianti.
Si è spenta la fontana, si è ossidata la campana:
perchè adesso ridi al gioco degli amanti?

Sei pronto per gettarti sulle strade,
l'inutile bagaglio hai dentro in te,
ma temi il sole e l' acqua prima o poi cadrà
e il tempo andato non ritornerà...

Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti,
ironizzano i tuoi dubbi sulla vita,
le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori,
ti rinfacciano una crisi non chiarita:
la sfera di cristallo si è offuscata
e l' aquilone tuo non vola più,
nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi...


Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,
il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.

Nel seme al vento afferri la fortuna,
al rosso saggio chiedi i tuoi perchè.
Vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più...

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà!
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà

sabato 23 agosto 2008

elogio degli amici fragili: e della curiosità.

Per chi non ha mai perso un istante della propria vita, gondendola col cuore, istante per istante e lentamente, magari proprio contro ai "amico fragile", perché

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a farle spalancarsi la bocca.

Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli di parlare ancora male e ad alta voce di me.

Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo con una scatola di legno che dicesse perderemo.

Ed è così' che decisi di chiamarmi "libero", come questo cane, contrario agli amici fragili, potrebbe dire qualcuno.

E mai che mi sia venuto in mente, di essere più ubriaco di voi di essere molto più ubriaco di voi.






Evaporato in una nuvola rossa in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore

troppo, "Se mi vuoi bene piangi " per essere corrisposti, valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta" meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"

"Signora lei è una donna piuttosto distratta."

E ancora ucciso dalla vostra cortesia nell'ora in cui il mio sogno,
ballerine di seconda fila, agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi e il suo cesareo fresco:
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo con una scatola di legno che dicesse perderemo.

Potevo chiedere come si chiama il vostro cane il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.